In questa intervista alla Dr.ssa Chiara Forno approfondiremo il tema dell’ansia, emozione spesso percepita come negativa, come un ostacolo nello svolgimento di azioni quotidiane, ma che in alcuni casi può anche avere dei risvolti positivi. Rifletteremo così sugli aspetti positivi e negativi di questa emozione in modo da poterla meglio affrontare e gestire.
L’ansia è un’emozione che riveste una funzione di tipo adattativo. È una reazione naturale dell’organismo ad un evento ritenuto “pericoloso”. Si verifica in situazioni in cui si percepisce una minaccia o un pericolo e permette di prepararsi all’azione, avendo così una funzione reattiva, di anticipazione del pericolo e pertanto protettiva. L’ansia è quindi uno stato di allerta che predispone l’organismo ad adattarsi ad una situazione. È come un campanello di allarme che si accende per segnalare un pericolo e permette di mettere in atto i comportamenti adeguati.
L’ansia può essere positiva quando riveste una funzione adattativa, ossia quando si presenta ai giusti livelli, non troppo bassa né troppo alta. Mi spiego meglio; livelli d’ansia troppo bassi possono portare all’inerzia, mentre livelli troppo alti ad un disturbo d’ansia. Per fare un esempio pensiamo al fatto di dover studiare per preparaci ad un esame: senza il giusto livello d’ansia non saremmo spronati a prepararci al meglio. Quindi l’ansia può migliorare le prestazioni a patto però che non sia né troppo elevata, né troppo bassa, ma si presenti al livello adeguato.
Un recente studio canadese della Lakehead University dimostra che chi tende a essere ansioso e spesso preoccupato mostra maggior livelli di intelligenza. L’apprensione sarebbe anche uno dei motivi che ha permesso alla civiltà umana di evolversi e sopravvivere, dal momento che le paure anticipano il sentore del pericolo e aiutano a prevenirlo e gestirlo meglio.
Esatto! L’ansia è un segnale che il nostro corpo ci manda per comunicarci qualcosa. Per questa ragione è fondamentale ascoltarci maggiormente per decifrare il messaggio che contiene. Ad esempio, ci può comunicare che siamo sotto stress e che magari dobbiamo rallentare i ritmi, oppure volerci dire che ci stiamo trascurando, che alcune cose che stiamo portando avanti nella nostra vita sentimentale, lavorativa, ecc. non siano in sintonia con la nostra persona. Se non correttamente considerata e soprattutto ascoltata, l’ansia può perdurare e può prendere la strada di un sintomo come una malattia, di tipo psicosomatico ad esempio: gastrite, cefalea, ecc. Per questo motivo ritengo sia importante non sottovalutarla, ma darle la giusta importanza per riportarla su una utile riflessione su di sé.
Possiamo distinguere l’ansia in ansia funzionale e ansia disfunzionale. La prima è quella di cui abbiamo parlato precedentemente, quella che ci mette in allerta o ci manda dei segnali sullo stile di vita che stiamo conducendo, mentre la seconda è quella che si attiva in assenza di un pericolo reale, quella che proviamo al solo pensiero di dover affrontare qualcosa, anche di routinario (uscire di casa, guidare l’automobile, ecc.). È quando l’ansia si trasforma da funzionale a disfunzionale che può provocare dolore e sofferenza nella vita di chi ne soffre, ostacolando la quotidianità e i progetti di tutti i giorni.
Si, l’ansia è funzionale e ci aiuta a perseguire al meglio l’obiettivo prefissato se dura il tempo necessario ad affrontare una prestazione. Significa quindi che la stiamo utilizzando in termini adattativi, come nostra alleata. Può diventare invece problematica quando perdura, supera una certa soglia e comincia ben prima di effettuare un compito, mantenendosi nel tempo. Può succedere che l’eccessiva ansia porti a superare il proprio autocontrollo, passando ad una situazione altamente disfunzionale, perché si rimugina costantemente e si può presentare la seguente sintomatologia:
Un modo efficace per gestire l’ansia, in caso in cui non raggiunge livelli disfunzionali, è quello di imparare a rilassarsi e respirare correttamente, per mezzo di tecniche di rilassamento come, ad esempio, il Training Autogeno. Questa tecnica insegna esercizi di rilassamento che permettono di migliorare la propria capacità di intervenire sulla componente fisiologica dell’ansia al fine di normalizzare alcune funzioni corporee quali tachicardia, respiro affannoso, tensione muscolare ecc. Il training autogeno produce effetti che vanno in direzione opposta a quelli dello stress, ottenendo un battito cardiaco ed una respirazione più calma e regolare, la distensione della muscolatura corporea, ecc. Inoltre questa tecnica permette di entrare in maggior contatto con il proprio corpo, rendendoci, nel tempo, maggiormente consapevoli di noi stessi e delle nostre emozioni.
Anche l’attività fisica gioca un ruolo fondamentale nella gestione dello stress, in quanto permette di abbassare e normalizzare i livelli d’ansia, in particolar modo può essere d’aiuto fare camminate nella natura, in un bosco o in montagna.
A livello ormonale, l’esercizio fisico stimola l’attività del sistema serotoninergico in modo da migliorare le gestione degli stati di ansia e stress.
Quando però l’attivazione del sistema di ansia è eccessiva, ingiustificata o sproporzionata rispetto alle situazioni, siamo di fronte ad un disturbo d’ansia, che può complicare notevolmente la vita di una persona e renderla incapace di affrontare anche le più comuni situazioni. Si rende necessario pertanto intervenire efficacemente attraverso un intervento psicoterapeutico al fine di riportare i livelli d’ansia su dei valori maggiormente gestibili.
La dott.ssa Chiara Forno è psicologa dell’età adulta e di quella infantile; è laureata in Psicologia clinica e di comunità presso l’Università di Torino ed iscritta all’albo degli Psicologi del Piemonte.
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